Ieri sera un reportage su
Haiti; dalla stanza del suo hotel sdraiato sul letto Michele ha tardivamente
preso atto della situazione. In questo momento della sua vita si sta occupando
di mutui, progetti, lavoro e sentimenti; vedere cosa accade nello stesso
istante dell'altra parte del mondo l’ha turbato. Si era dimenticato cosa vuol
dire avere una vita dove il principale pensiero è di sopravvivere.
Michele è rimasto colpito in particolare dalla storia di Abel, un
ragazzo di dodici anni senza una gamba. A causa di una famiglia che non lo può
mantenere né nutrire, Abel vive per strada con altri ragazzi mendicando e
cercando fortuna nel traffico illegale di sostanze stupefacenti, del piccolo
commercio e di furti. I centri di accoglienza e recupero ad Haiti sono troppo
pochi e le risorse consentono di accoglierlo solo ogni tanto, nel tentativo di
dargli un'istruzione di base e alcune cure mediche. Abel da grande vorrebbe
fare il ministro, per migliorare la situazione. E' vivo, e già questo è un
risultato non scontato dopo un'infanzia come la sua.
Haiti è tra i paesi più popolosi e più poveri del mondo, basta pensare che il 55% della popolazione é sotto la soglia della povertà assoluta
e l'inflazione è al 10%. Le azioni intraprese sono insufficienti e i principali
scenari non positivi.
Michele spegne la luce, si sente privilegiato e allo stesso tempo
vorrebbe fare qualcosa, sono molte le associazioni umanitarie attive in quella
zona del mondo.
La mattina successiva nota con
nuovo fervore alcuni mendicanti per strada, che a differenza di lui hanno
passato la notte all'aperto sotto la pioggia.
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