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Molti amici si rincorrevano tra loro, alcuni rincorrevano delle carote e alcuni suggerivano agli altri come era meglio correre.
Michele non correva ma stava sulla panchina a guardare; dopo aver corso per qualche tempo si era impegnato a stare tra quelli che suggerivano, per poi smettere di fare anche quello.
Non gli mancava certo l’energia, non era stanco e non era per nulla depresso; solo si era domandato perché stava correndo e non aveva trovato la giusta risposta per poter continuare a farlo. Nel periodo in cui era tra coloro che suggerivano, pensava di aver trovato una buona zona dove poter sostare ma perché spiegare a coloro che corrono un modo efficiente per farlo se poi ottenuti buoni risultati il gioco non si fermava mai?
La decisione di sedersi sulla panchina arrivò poco dopo essere stato incaricato di inviare le newsletter alla sua rete vendita. Si trattava di una newsletter mensile che aveva una struttura fissa: introduzione motivazionale, novità nel piano di comunicazione, approfondimento tecnico e zona finale del “miglior dipendente del mese”. Le ultime tre sezioni erano già precompilate e scritte dall'ufficio marketing centrale, mentre Michele era responsabile per la sua zona solo della prima parte. Mese dopo mese nessuna motivazione sembrava più sensata per far correre tutti sempre più veloce e così presto perse la vena creativa. Nessuna descrizione delle carote-premio che provava a raccontare era più rilevante ai suoi occhi e sebbene lui ne fosse ormai convinto, molti sembravano continuare lo stesso a correre.
Dalla sua panchina ora guarda gli altri correre e presto smetterà anche di guardare; girando lo sguardo, ha visto che nel parco dietro di lui ci sono alcuni individui che coltivano carote vere e sembrano persone interessanti…



“A te che corri amico mio, domandati perché lo fai” Michele

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