Gli smemorati


Gli smemorati




Maurizio è proprietario di un negozio di alimentari vicino a casa mia, in una frazione di mille abitanti;
ha ereditato l’attività da suo papà e con lui lavora la moglie, che sta alla cassa. Ieri sono rientrato da loro dopo due settimane di assenza.

“Buongiorno Maurizio, come state?”

“Ciao Matteo. Siamo in salute, ma siamo tristi”

“Tristi?”

“Si, siamo tornati al nostro nulla. Certo a noi va bene così ma speravamo che qualcuno si ricordasse di noi”

Durante il periodo in cui tutti dovevamo stare a casa, Maurizio e la moglie si sono spesi molto per gli abitanti del paese: ricerca di prodotti, consegne a domicilio, verifica delle giacenze per non restare mai senza scorte, orari prolungati e investimenti per garantire la sicurezza nel negozio.

“Mi dispiace, ma avete fatto un ottimo lavoro a quanto ho visto”

“Abbiamo fatto del nostro meglio, con consegne a ogni ora e tanti servizi ai nostri clienti; ora però si sono dimenticati di noi. Il lato positivo è che ora torniamo a casa presto e abbiamo più tempo per i nostri figli anche se il lavoro ci manca”

La moglie Berta dalla cassa gli ha fatto eco sovrastandolo con la voce:

“Ho qui così tanto lievito che posso fare una torta per tutto il paese! Ne ho comprato quattro casse per ordinazioni di clienti che poi nessuno ha ritirato e ora dove lo metto? Meno male che ha scadenza lunga. Tutti esperti di torte fino a un mese fa e adesso tutti a criticare le torte confezionate!”

Arrivato alla cassa il silenzio ha prevalso:

“Sono sedici euro Matteo”

“Grazie, vorrei aggiungere una confezione di lievito perché mi è venuta voglia di fare una torta”

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