Serena sente la sveglia, come
ogni mattina: mette la mano alla sua destra e cerca il contatto con Mario ma
non trova nulla. Non si è ancora abituata all’idea che lui non sia più al suo
fianco, che sia partito frettolosamente solo dopo qualche anno dal suo già lunghissimo
periodo di lavoro all’estero.
Mario piace a tutti e lei lo sa bene, lo ama anche per questo. In molti hanno sempre
avuto bisogno di lui, lo hanno chiamato per avere consigli, hanno voluto
incontrarlo per chiedere un parere. Lui è nato e cresciuto sui libri fin da
quando era giovanissimo, ma nonostante questa attitudine all’approfondimento è
sempre stato capace di essere divertente nei momenti privati soprattutto con
gli amici di una vita, quelli a cui non interessa chi sei e cosa fai ma che si ricordano
di te per quello che eri e che dentro sei ancora.
Mario al liceo era fortissimo in matematica e nelle materie scientifiche ma
davvero poco portato nel disegno artistico. Remo, amico d’infanzia, lo prende
sempre in giro alle cene in casa chiedendogli di disegnare un paesaggio, uno a
sua scelta. Il risultato è sempre deleterio dal punto di vista artistico con i
monti troppo appuntiti come triangoli e il sole sempre a stella con delle
stecche gialle sui lati.
Serena è orgogliosa di ciò che Mario fa, è felice per i suoi risultati e per le
soddisfazioni che ne ricava, tuttavia è molto triste. Vorrebbe cose semplici
come fare la spesa con lui, trovarlo al suo fianco la mattina, confrontarsi sul
futuro dei figli e vederlo seduto a tavola con loro.
Piange Serena, il cuore è rotto anche se sa che Mario tornerà.
Non sarà subito però, ci sono tante cose da fare.
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